Festeggiamo oggi la Santissima Trinità, un mistero forse un po’ complesso da spiegare, ma facile da vivere. Dio è Relazione e noi, creati a sua immagine, siamo esseri costituiti per entrare in relazione con Lui e con gli altri.
Già nella storia biblica constatiamo come Dio entra in relazione con il suo popolo, e l’Alleanza manifesta questo patto di elezione reciproca tra i due contraenti. Con la venuta di Gesù, che si identifica come Figlio di Dio e il dono dello Spirito a Pentecoste, viene rivelato però qualcosa di nuovo: non solo Dio cerca la relazione con la persona umana ma è Egli stesso Relazione, è Trinità.
Quando si tenta di spiegare la Trinità ci si imbroglia sempre un po’ ma per non addentrarci in lunghe riflessioni teologiche, possiamo farci aiutare dalla liturgia che offre in sintesi il fulcro della nostra fede. Nella colletta iniziale della S. Messa di oggi leggiamo:
O Dio Padre, che hai mandato nel mondo
il tuo Figlio, Parola di verità, e lo Spirito santificatore
per rivelare agli uomini il mistero della tua vita,
fa’ che nella professione della vera fede
riconosciamo la gloria della Trinità
e adoriamo l’unico Dio in tre persone.
Dio ha voluto rivelare all’umanità il mistero della sua vita e, entrando in relazione con Lui, possiamo scoprirci figli amati del Padre, creature redente dalla morte e risurrezione di Gesù, persone ispirate e vivificate dallo Spirito Santo. Di fronte a questa esperienza di fede scaturiscono la lode e l’adorazione.
Nella colletta, che introduce la preghiera eucaristica leggiamo ancora:
È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo a te,
Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.
Con il tuo unico Figlio e con lo Spirito Santo
sei un solo Dio, un solo Signore,
non nell’unità di una sola persona,
ma nella Trinità di una sola sostanza.
Quanto hai rivelato della tua gloria, noi lo crediamo,
e con la stessa fede, senza differenze,
lo affermiamo del tuo Figlio e dello Spirito Santo.
E nel proclamare te Dio vero ed eterno,
noi adoriamo la Trinità delle Persone,
l’unità della natura, l’uguaglianza nella maestà divina.
La fede non è l’atteggiamento di chi aderisce intellettualmente a una credenza, ma nasce nel cuore di colui che ha sperimentato la vita di Dio. Una vita che, anche se giustamente cerchiamo di cogliere e definire con termini umani come “Una sostanza in Tre persone”, supererà sempre il nostro intendimento. Nell’ordinarietà della relazione in Lui può però essere colta intuitivamente. Per questa ragione l’atto di fede in Dio trino e unico è anche adorazione e lode: scaturisce da un cuore grato di fronte al mistero dell’Amore di Dio.