Quando ci riferiamo alla Persona dello Spirito Santo, l’invocazione è il modo abituale per entrare in relazione con Lui.
L’invocazione non è da intendersi unicamente come supplica, anche se a volte integra questo aspetto, ma come l’elemento che permette a Dio di manifestarsi. Nasce dalla vita filiale e più che a Dio, serve a noi.
La preghiera non è un automatismo, o almeno non dovrebbe esserlo, richiede un passo importante da parte nostra che è quello di mettersi in Presenza. Dio è Onnipresente, non esiste un momento in cui si assenta dalla nostra vita e poi torna di nuovo ad occuparsi di noi. Siamo noi invece che abbiamo bisogno di “connetterci” a Lui per lasciarci vivificare, ispirare, consolare dalla Sua Presenza.
Mettersi in Presenza non è complesso, ma come tutte le cose, viene più facile con la pratica. Non si tratta di una forma di concentrazione ma di ascolto. Quell’ascolto di sé e dell’altro che molti raccontano di aver ritrovato in tempo di lockdown, va accordato all’Altro. Una forma d’ascolto che certamente è facilitata dall’assenza di distrazioni, ma che una volta imparato a riconoscerla, si può ritrovare anche in mezzo alla folla. Occorre passare dal fare all’esserci. Mettersi in Presenza implica intenzionalità: ci sono per Te qui e ora.
Nella vita di fede lo Spirito Santo è la modalità interiore con cui Dio abitualmente “parla al nostro cuore” ispirando il volere e l’operare (Fil 2,13). È sempre lo Spirito che insegna a pregare e intercede per noi presso il Padre (Rm 8,26). La Sua invocazione, attraverso parole spontanee o un testo, permette a noi di porci alla Sua Presenza e accedere al Suo Amore e allo Spirito Santo di donarsi senza ostacoli e, come afferma Gesù, di insegnarci ogni cosa (Gv 14,26).
Spesso amo rivolgermi a Lui spontaneamente e per invocarlo basta dire “Vieni Spirito Santo” e ripeterlo più volte. Nella tradizione troviamo tante preghiere profonde, che possono riferirsi a ciascuno ma che rivelano anche la Persona dello Spirito Santo e lo invitano ad agire nella sua Chiesa e per l’intera umanità. Una fra tutti è la sequenza che proprio il giorno di Pentecoste viene ripresa nella S. Messa e che qui vi ripropongo:
Vieni, Santo Spirito,
manda a noi dal Cielo un raggio della tua luce.
Vieni, padre dei poveri, vieni datore dei doni,
vieni luce dei cuori.
Consolatore perfetto, ospite dolce dell’anima,
dolcissimo sollievo.
Nella fatica riposo, nella calura riparo,
nel pianto conforto.
O luce beatissima,
invadi nell’intimo il cuore dei tuoi fedeli.
Senza la tua forza,
nulla è nell’uomo, nulla senza colpa.
Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido,
sana ciò che sanguina.
Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido,
drizza ciò che è sviato.
Dona ai tuoi fedeli che solo in te confidano
i tuoi santi doni.
Dona virtù e premio, dona morte santa,
dona gioia eterna.