Nell’ultimo approfondimento dedicato a Madeleine Delbrêl vorrei soffermarmi su un tema che le sta molto a cuore: quello della bontà, dimensione umana che accompagna la testimonianza e riflette i sentimenti di Gesù.
Quando nel 1933, a 29 anni, Madeleine arriva ad Ivry-sur-Seine con alcune amiche per condividere una vita evangelica e lavorare come assistente sociale in un contesto operaio, è fortemente scandalizzata da due fatti: le condizioni di vita dei lavoratori e delle loro famiglie; le tre fabbriche che avevano i salari più bassi erano di proprietà di famiglie cristiane, che fra l’altro contribuivano economicamente alla costruzione di edifici religiosi.1
Questa disconnessione tra il messaggio evangelico e la vita sociale o meglio la vita tout-court dei cristiani è in molti casi provocata da un cristianesimo ereditato per tradizione, che si traduce in un insieme di regole morali da seguire, alla frequentazione dei riti liturgici e a pratiche caritatevoli, spesso realizzate più come atto dovuto che come espressione reale di amore. Madeleine denuncia una certa passività dei cristiani nei confronti delle ingiustizie sociali, sovente accettate come facenti parte della vita e invita a riscoprire il dono della fede in un Dio vivo:
Sans cette primauté extrême, éblouissante d’un Dieu vivant, d’un Dieu qui nous interpelle, qui propose sa volonté à notre coeur libre de répondre “oui” ou de répondre “non”, il n’y a pas de foi vivace.2
Una fede viva e attiva si basa sul doppio comandamento dell’Amore per Dio e per il prossimo, scaturito dall’incontro con Lui che ci rende consapevoli di essere infinitamente amati. Dalla Buona Notizia di Gesù che ci permette di riconoscerci amati e redenti, scaturisce la testimonianza. L’esperienza d’amore vissuta, proprio in ragione dell’amore del prossimo, non può che essere condivisa.
Capita però che nel voler annunciare la Buona Notizia, spinti dalla carità, ci si dimentichi che non possiamo fare astrazione della nostra umanità. Ovvero che quello che annunciamo deve riflettersi nella nostra vita attraverso la bontà.
Nel 1958 viene eletto Papa Giovanni XXIII e Madeleine è fortemente toccata, così come molti credenti e non, dalla sua figura. Si tratta di un Papa che raggiunge la gente, entrando pure nelle loro case attraverso la radio e la tv, e che verrà chiamato il Papa buono:
Il nous a rappelé que si l’Évangile du Christ doit être annoncé en langues humaines, il ne peut être séparé du langage même de
Jésus-Christ, de ce language que est la bonté.
Penso che con Papa Francesco stiamo vivendo un momento simile nella storia e dobbiamo esserne grati. L’annuncio della Parola è accompagnato da gesti concreti di bontà che non vengono studiati a tavolino, ma nascono da un cuore, da una persona che continua a lasciarsi trasformare dall’Amore.
La bontà è il lato umano della carità di cui ogni uomo ha infinitamente bisogno:
Le coeur des hommes de notre temps s’asphyxie lentement, sournoisement, d’une absence universelle: celle de la bonté. Aussi la rencontre d’un homme réellement bon, d’une femme réellement bonne produit elle, sur d’autres hommes, sur d’autres femmes, quelque chose qui ne relève pas du domaine de la pensée, un véritable phénomène d’oxygénation du coeur. Ces hommes, ces femmes réalisent que quelque chose d’essentiel à leur vie humaine leur est rendu.
1 cfr. Madeleine Delbrêl, Nous autres, gens des rues, Éditions du Seuil, 1966, p. 283 2 ibid, p. 287 Libera traduzione dal francese: "Senza questo estremo, abbagliante primato di un Dio vivo, di un Dio che ci interpella, che propone la sua volontà al nostro cuore, libero di rispondere "sì" o di rispondere "no", non c'è fede vivace." 3 ibidem, p. 292 Libera traduzione dal francese: "Ci ha ricordato che se il Vangelo di Cristo deve essere annunciato in lingue umane, non può essere separato dal linguaggio stesso di Gesù Cristo, di quel linguaggio che è la bontà." 4 ibidem, pp. 154-155 Libera traduzione dal francese: "Il cuore degli uomini del nostro tempo sta lentamente e insidiosamente soffocando per un'assenza universale: quella della bontà. L'incontro di un uomo veramente buono, di una donna veramente buona, produce su altri uomini, su altre donne, qualcosa che non appartiene al campo del pensiero, un fenomeno reale di ossigenazione del cuore. Questi uomini, queste donne si rendono conto che qualcosa di essenziale per la loro vita umana viene loro restituito."