La figura di Madeleine Delbrêl, vissuta in Francia tra il 1904 e il 1964, è molto attuale per i credenti di oggi e i suoi scritti racchiudono tematiche odierne quali i diritti dei lavoratori, l’impegno nella società, la testimonianza evangelica nel quotidiano…
In questi giorni sto leggendo la raccolta di scritti “Nous autres gens de rues” (it. “Noi delle strade”) e vorrei approfondire qualche aspetto che mi ha parlato in particolare. Lo farò in questo e in altri articoli che seguiranno.
Gli scritti riguardano il periodo d’Ivry, dove a 29 anni si trasferisce con alcune amiche che condividono la vita in comune tra lavoro, preghiera e vita parrocchiale. Madeleine è assistente sociale e opera principalmente tra i lavoratori delle fabbriche e le loro famiglie. Sensibile alle condizioni di povertà e sfruttamento in cui vivono, si trova a collaborare con numerose persone appartenenti al partito comunista – Ivry allora era la prima città governata dai comunisti in Francia – di cui ammira l’impegno per eliminare le ingiustizie sociali.
La scelta di queste amiche per quel periodo è particolare: pur volendo dedicare la loro vita a Dio, decidono di non entrare in convento ma di vivere tra la gente. Proprio in questo stile di vita è racchiuso il senso della loro vocazione (traduzione italiana vedi note):
Il y a des gens que Dieu prend et met à part. Il y en a d’autres qu’il laisse dans la masse, qu’il ne “retire pas du monde”.
Ce sont des gens qui font un travail ordinaire, qui ont un foyer ordinaire ou sont des célibataires ordinaires. […] Ce sont les gens de la vie ordinaire. Les gens que l’on rencontre dans n’importe quelle rue.
[…] Nous autres, gens de la rue, croyons de toutes nos forces que cette rue, que ce monde où Dieu nous a mis est pour nous le lieu de notre sainteté. 1
Questa scelta di vita in realtà precede quanto il Concilio Vaticano II proporrà a tutti i battezzati: la santificazione nel quotidiano, l’essere testimoni nella vita ordinaria. Un fatto è all’origine di questo movimento: nel 1927, Santa Teresa di Lisieux, morta a 24 anni e mai uscita dal convento, viene paradossalmente nominata Patrona delle missioni. Ciò suscita una nuova consapevolezza nella Chiesa e in particolare in quella francese. Anche Madeleine si sente interpellata e ne trae un insegnamento per la propria esperienza :
Peut-être Thérèse de Lisieux, patronne de toutes les missions, fut-elle désignée pour vivre au début de ce siècle un destin où le temps était réduit au minimum, les actes ramenés au minuscule, l’héroïsme indiscernable auy yeux qui le regardaient, la mission ramenée à quelques mètres carrés, afin de nous enseigner que certaines efficacités échappent aux mesures d’horologe, que la visibilité des actes ne les recouvre pas toujours, qu’aux missions en étendue allaient se joindre des mission en épaisseur au fond des masses humaines, en profondeur, là où l’esprit de l’homme interroge le monde e oscille entre le mystère d’un Dieu qui le veut petit et dépouillé, ou le mystère du monde qui le veut puissant et grand.2
Nasce quindi un nuovo modo di concepire la missionarietà: non si svolge unicamente in paesi lontani, ma qui, fra la gente comune, quella che si incontra per strada, fra la folla e il caos quotidiano. Una missionarietà che si vive in tailleur, o forse oggi potremmo dire in jeans:
De son mamelon de sable, le missionaire en blanc voit l’étendue des terres non baptisées. En haut d’un grand éscalier de métro, missionaire en tailleur ou en impérmeable nous voyons de marche en marche, à cette heure où il y a foule, une étendue de têtes, étendue fémissante qui attend l’ouverture du portillon. Casquettes, bérets, chapeaux, cheveux de toutes les couleurs. Des centaines de têtes: des centaines d’âmes. Nous tout en haut. E plus haut et partout, Dieu.3
1 Madeleine Delbrêl, Nous autres, gens des rues, Éditions du Seuil, 1966, p. 63 Libera traduzione dal francese: "Ci sono persone che Dio prende e separa. Ce ne sono altre che lascia nella massa, che non "toglie dal mondo". Si tratta di persone che fanno un lavoro ordinario, hanno case ordinarie o sono single ordinari. […] sono le persone della vita ordinaria. Persone che si incontrano in qualsiasi strada. […] Noi, gente di strada, crediamo con tutte le nostre forze che questa strada, questo mondo dove Dio ci ha posto è per noi il luogo della nostra santità…" 2 Ibid, Introduction, p. 13 Libera traduzione dal francese: "Forse Teresa di Lisieux, patrona delle missioni, è stata chiamata a vivere all'inizio di questo secolo un'esistenza in cui il tempo era ridotto al minimo, gli atti ridotti al minimo, l'eroismo impercepibile agli occhi di chi lo guardava, la missione ridotta a pochi metri quadrati, per insegnarci che certi rendimenti sfuggono al rilevamento cronometrico, che la visibilità degli atti non sempre li svela, che alle missioni lontane si sarebbero unite missioni in profondità, immerse nelle masse umane, dove lo spirito dell'uomo interroga il mondo e oscilla tra il mistero di un Dio che lo vuole piccolo e spoglio, o il mistero del mondo che lo vuole potente e grande." 3 Ibidem, p. 68 Libera traduzione dal francese: "Dalla sua duna, il missionario in bianco vede l'estensione delle terre non battezzate. In cima a una grande scala della metropolitana, noi missionari in tailleur o con l'impermeabile, possiamo vedere da un gradino all'altro, in questo momento affollato della giornata, una distesa di teste, distesa fremente in attesa dell'apertura del cancello. Cappellini, berretti, cappelli, capelli di tutti i colori. Centinaia di teste: centinaia di anime. Noi in cima. E più in alto e ovunque, Dio."