In questo primo approfondimento tratteremo della finzione… non intendo parlare di bugie, ma di quella capacità legata all’immaginario che viene sviluppata soprattutto attraverso il gioco, la letteratura, le arti sceniche e la cinematografia.
La persona umana, nei racconti della Genesi è il vertice dell’opera creatrice di Dio. La lode scaturisce dallo stupore di riconoscerci Sue creature: “Ti lodo perché mi hai fatto come un prodigio” (Sal 138,14). Nella ricerca personale amo tentare di capire quale tipo di prodigio sono, perché la mia preghiera sia più concreta.
Da questo percorso nasce l’idea della serie di approfondimenti che inauguro oggi e che ho voluto riunire sotto il tema “Mi hai fatto come un prodigio”. Per capire di che pasta siamo fatti non basta interrogare unicamente la teologia o la filosofia, ma occorre andare al crocevia delle scienze, delle arti e sempre più della tecnologia. Questo sarà l’approccio utilizzato, che ovviamente non si vuole specialistico e più che dare delle risposte, desidera stimolare la curiosità di ciascuno.
In questo primo approfondimento tratteremo della finzione… non intendo parlare di bugie, ma di quella capacità legata all’immaginario che viene sviluppata soprattutto attraverso il gioco, la letteratura, le arti sceniche e la cinematografia.
La finzione permette, pur essendo fisicamente ancorati al reale, di viaggiare con la mente e vivere nuove esperienze. Questa funzione si sviluppa nei bambini attraverso il gioco e il racconto e presuppone un abilità che a noi sembra naturale, ma quando andiamo a guardare ai progressi legati all’intelligenza artificiale, scopriamo che non è così evidente racchiuderla in un algoritmo: il saper distinguere tra i livelli di verità. Ossia non solo tra il vero e il falso, ma anche tra il semivero (o semifalso) o la fantasia che però può insegnare qualcosa per la vita.
Le fiabe ad esempio introducono in un mondo immaginario che aiuta a cogliere elementi di verità o di saggezza che possono essere applicati alla vita: la morale della favola. Questa dinamica non è legata unicamente al mondo dell’infanzia, ma riveste importanza per tutto il percorso umano. Anche se in Europa abbiamo un po’ perso questa dimensione, nei paesi in cui la tradizione orale è ancora molto presente, il parlare attraverso immagini/storie che racchiudono insegnamenti da applicare alla vita è ricorrente. Gesù parlava in parabole, perché questa era una modalità abituale di espressione del suo tempo, che nella tradizione ebraica è ancora viva.
Oltre alla letteratura, la poesia, le arti sceniche e anche la cinematografia si fondano su questa possibilità di risvegliare l’immaginario attraverso la finzione. Personalmente amo molto il linguaggio scenico della Compagnia Finzi Pasca: attraverso musica, testi, e scenografie straordinarie abitate da personaggi bizzarri, permette di entrare in un mondo onirico che più che dire, suggerisce, o come dice Daniele Finzi Pasca, si esprime in metafore.
Per la persona questa dimensione ha anche un valore adattativo in quanto permette di affrontare la realtà in modo diverso:
La capacità di finzione che sta alla base di ogni comportamento ludico ha una duplice funzione: da un lato riduce lo stress, smaterializzando la realtà e rendendola meno invadente psicologicamente; dall’altro consente di pre-vedere esiti altrimenti inimmaginabili sulla base dell’esperienza individuale e di trasmetterli direttamente attraverso il linguaggio o altre forme di comunicazione.1
La scoperta dei neuroni a specchio ha permesso di intuire come da questa funzione del cervello derivi la nostra capacità di immedesimarci. Caratteristica che consentirebbe di trarre beneficio non unicamente dall’esperienza reale ma anche da quella immaginaria. Questa dinamica permette di stabilire nuove connessioni o sinapsi, favorendo lo sviluppo delle reti neurali e quindi ampliando la nostra conoscenza. Per semplificare il tutto si potrebbe dire che non solo l’esperienza “reale” insegna, ma anche quella vissuta attraverso l’immaginario.
1 Michele Cometa, Perché le storie ci aiutano a vivere. La letteratura necessaria, Raffaello Cortina Editore, 2017, p. 91 Non ho sviluppato l'argomento legato alla funzione di ridurre lo stress, per non dilungarmi troppo. Forse avrò modo di ritornarci più avanti. Diversi sono gli autori da cui mi sono lasciata ispirare per questo articolo, fra cui Ellen Dissanayake, Desmond Morris, Michele Cometa, Michael S. Gazzaniga, Daniele Finzi Pasca, Vittorio Gallese e Michele Guerra. Ma probabilmente sono molti di più...