In un tempo in cui sempre maggiormente la realtà è impregnata dalla tecnologia con i suoi criteri logico-matematici, dedicare spazio alla fantasia potrebbe sembrare anacronistico. Tuttavia vedremo come lo sviluppo di questa caratteristica umana influisca anche su ingegno e creatività, requisiti necessari a ogni tipo di innovazione.
Nel bambino, anche se si sviluppa già in precedenza, vediamo una fioritura dell’utilizzo della fantasia nel gioco verso i 3 – 4 anni. L’invenzione di storie, l’immedesimarsi in altri personaggi anche attraverso il travestimento, l’animazione di pupazzi e oggetti per dare vita a mondi immaginari, sono caratteristiche dell’infanzia. Questa dimensione presuppone, come già descritto in un articolo precedente dedicato alla finzione, la capacità di distinguere tra realtà e immaginario e di cogliere i diversi livelli di verità. Con la crescita la fantasia e la capacità di immaginazione andranno a toccare via via altri ambiti, oltre a quello del gioco.
Risulta impossibile parlare di questa tematica senza pensare, nel centenario della sua morte, a Gianni Rodari e la sua “Grammatica della fantasia”. Questo libricino, scaturito da alcuni incontri con insegnanti delle scuole dell’infanzia, elementari e medie, vuole introdurre all’arte di inventare storie:
Non diversamente una parola, gettata nella mente a caso, produce onde si superficie e di profondità, provoca una serie infinita di reazioni a catena, coinvolgendo nella sua caduta suoni e immagini, analogie e ricordi, significati e sogni, in un movimento che interessa l’esperienza e la memoria, la fantasia e l’inconscio e che è complicato dal fatto che la stessa mente non assiste passiva alla rappresentazione, ma vi interviene continuamente, per accettare e respingere, collegare e censurare, costruire e distruggere. 1
Questo passaggio illustra bene come nel processo fantastico-creativo l’apporto avvenga da più parti: dall’esperienza sensibile della realtà che implica una fisicità, dalla memoria e dai ricordi, dall’immaginazione, dall’inconscio e dalle scelte maturate nella mente. Si tratta di un processo che coinvolge l’essere umano nella sua integralità.
Ciascuno di noi fa continuamente l’esperienza di essere fisicamente in un luogo, ma di poter spaziare attraverso la mente in infiniti scenari. Le associazioni che avvengono nella mente in maniera rapida sono spesso imprevedibili, ma non prive di senso.
La persona umana non apprende unicamente da ciò che esperisce personalmente, ma anche da ciò che un racconto2, vero o fantastico che sia, le insegna sulla realtà. Il fatto di non dover sperimentare personalmente una situazione per poterla comprendere amplia notevolmente le possibilità conoscitive.
Attraverso questa dote inoltre si sviluppa anche la nostra capacità di previsione che permette di immaginare le conseguenze di un’azione per poi operare una scelta o creare qualcosa.
Questa modalità di conoscenza, che emerge e si sviluppa qui nella dimensione immaginativa, è presente in ogni aspetto della nostra vita e quindi anche nel processo razionale.
In campo scientifico, ad esempio, non sono unicamente il dato o la sua misurabilità a fornire informazioni utili per trarre conclusioni sulla realtà. Sia il dato scientifico che quello statistico vanno interpretati e l’induzione, che dal caso particolare trae conclusioni generali, richiede quest’interpretazione.
Recentemente ho visto il fantastico documentario “Il senso della bellezza – Arte e scienza al CERN”. Proprio nel luogo in cui la matematica è regina si scorge quanto sia importante l’apporto creativo. Il solo pensare che l’umano sia riuscito a creare una macchina che riesce a riprodurre dinamiche accadute miliardi di anni fa come il big bang o a fare scoperte come quella del bosone dei Higgs è fenomenale. Senza passione e creatività tutto ciò non sarebbe possibile.
In ambito educativo e della formazione risulta perciò oggi più che mai importante per uno sviluppo integrale della persona, proporre percorsi che non disgiungano l’approccio matematico-scientifico da quello immaginativo-creativo nella conoscenza del reale.
1 Gianni Rodari, Grammatica della fantasia. Introduzione all'arte di inventare storie, Einaudi Ragazzi, 2013, p. 25 2 Per racconto qui si intende qualsiasi tipo di narrazione veicolata da film, libri, varie forme artistiche accompagnate da testi o meno, testimonianze...