L’accoglienza dello Spirito Santo in noi è fonte di gioia. Una gioia che trabocca al punto che anche gli altri se ne accorgono e ciò diventa occasione di testimonianza.
Dopo gli articoli “Consacrarsi allo Spirito Santo” e “Invocare lo Spirito Santo” ecco l’ultimo approfondimento legato alla Pentecoste.
L’accoglienza dello Spirito Santo in noi è fonte di gioia. Una gioia che trabocca al punto che anche gli altri se ne accorgono e ciò diventa occasione di testimonianza.
Nell’Antico Testamento troviamo l’immagine di Dio come quella di un vasaio che ci plasma, donando forma e bellezza all’impasto d’argilla. Lo Spirito di Dio è questo vasaio che rinnova le nostre vite:
Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé
Gal 5,22
Tutto nasce dall’esperienza di essere infinitamente amati e dalla consapevolezza che l’Amore di Dio plasma la nostra esistenza. Allora scaturisce la gioia e nasce in noi un canto nuovo, quello di un’esistenza rinnovata.
Il canto più bello che troviamo nel Vangelo è quello di Maria, che dopo aver ricevuto la visita dell’Angelo che le annuncia di portare in grembo il Salvatore per opera dello Spirito Santo, esulta di gioia. Un cantico che ricorda anche la fedeltà di Dio nei confronti del suo popolo. Il Magnificat ogni giorno viene ripreso nella Chiesa durante la preghiera dei vespri e diventa così il canto di tutti i credenti, consapevoli della grazia di Dio che continua a visitare il suo popolo:
L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre.
Lc 1, 46-55